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Raddoppiare lo sguardo

Raddoppiare lo sguardo

di mauro barbolini

Raddoppiare lo sguardo ( Parole di fotografia)

Esiste un principio stabilito in fotografia che è quello di non mettere mai il soggetto al centro, specie se si tratta di una persona.
Tuttavia, c’è sempre un “ma” nella mia testa e nei miei occhi che stimolano il pensiero e ho voluto trasgredire questa regola rendendola eccezione che conferma la regola. Come in questo caso, (è una percezione personale quindi non oggettiva) dove la persona ritratta essendo di spalle e intuendo in lui un forte coinvolgimento alla veduta, aggiunge interesse e stupore; non appare più come soggetto principale ma oggetto stesso amplificando quello che è il vero soggetto della foto: il paesaggio.
Ho inteso questo come una somma dello sguardo, (cioè quello del personaggio della scena più quello del fruitore della foto) il quale crea interesse allo scatto, portando il fruitore della foto a una osservazione più dettagliata come a cercarne la motivazione.
Però il dubbio rimane e ho provato altre inquadrature che successivamente ho scartato. Considerando il fatto che il personaggio potrebbe togliere poesia al paesaggio, provai a scattare senza nessuno (tra i piedi), con il risultato di una foto meno attraente, quasi banale. Provai anche con il personaggio di lato, dove il suo profilo portava lo sguardo del fruitore della foto verso l’orizzonte, risultato: una immagine interessante ma inconsciamente troppo pilotata, oltremodo intravedendo parte del volto della persona, ne conseguiva la perdita inconscia della curiosità dovuta al condizionamento dello sguardo.
Quindi, raddoppiare lo sguardo può rafforzare una “debole” fotografia come questa e può servire a renderla dinamica, perché essa fa leva sul desiderio intimo di conoscere il pensiero “dell’altro” e forse anche di chi ha scattato la foto.
mauro barbolini

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